05 Apr Lo sbarco del Puntone
Ancora una volta al lago di Chiusi in compagnia di Roberto che con il suo piccolo fuoristrada ci ha portati al Puntone, l’ultimo sbarco sul lato umbro del lago, tra Vaiano e l’abitato di Porto.
Lasciamo la strada bianca e percorriamo per circa 300 metri la sterrata che porta a una minuscola casa in muratura; parcheggiamo e proseguiamo a piedi verso lo sbarco.
Ci imbattiamo in una curiosa imbarcazione dalle dimensioni ridotte, certamente autocostruita (foto sopra a destra). Ricorda molto vagamente quelle tipiche del lago Trasimeno, almeno così fanno pensare i caviglioni (gli scalmi) e la poppa. Le forme sono semplificate e squadrate, attraverso la copertura in vetroresina si intravedono le sottomisure utilizzate per costruire lo scheletro in legno.
Poco oltre troviamo diverse barche dalle forme inconsuete. Una barca verde a fondo piatto con un minuto specchio di poppa e con le fiancate che si uniscono a formare il dritto di prua.
Vediamo anche una barca che ha le forme tipiche dei laghi di Montepulciano e Chiusi ma non è costruita in legno, è in lamiera mandorlata. È la rappresentazione plastica della fine di una tradizione secolare: la scomparsa degli artigiani-falegnami che un tempo costruivano le barche per pescatori e cacciatori. Può sembrare incredibile ma ormai sono i fabbri ad assemblare con la saldatrice le barche “tradizionali”.
Nota toponomastica. Lo sbarco è detto “Il Puntone” dai chiusini; gli abitanti di Vaiano e Villastrada lo chiamano “lo sbarco del Porto”, altri lo chiamano “la Volta” o “lo sbarco della Casina”.
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