Al Trasimeno c’è ancora una barca in legno, quella rossa di Gisberto

Al Trasimeno c’è ancora una barca in legno, quella rossa di Gisberto

Due mesi fa con Anna e Augusto siamo andati alla scesa dell’Oliveto alle porte di Passignano. Il pontile in legno era sbarrato; la zona pic nic era impraticabile perché sommersa dalle acque del lago; poco oltre, sul prato, una felice scoperta: una splendida barca rossa tirata in secca.

Mancava una tavola del fondo, forse era marcia ed era stata rimossa. Iniziammo a scattare qualche foto e mentre stavamo per andarcere, arrivò un signore in bicicletta che aveva con sé l’occorrente per sistemare il fondo.

È così che conoscemmo Gisberto, il proprietario di quella che, proabilmente, è l’ultima barca tradizionale in legno ancora in uso sulle acque del Trasimeno.

La settimana scorsa siamo tornati a Passignano, ora la barca è in acqua, appena restaurata, di un bel colore brillante. Con noi c’è Gisberto, il proprietario, che ci ricorda giustamente orgoglioso la storia dell’imbarcazione.

“Questa è una barca fatta con sentimento, tiene un bel vento, i chiodi sono tutti in acciaio. Questa barca l’ha fatta fare il mi’ babbo a Baldoni nel 1985 sul modello di una barca di San Feliciano, quella barca aveva le sponde di mogano mentre questa ce l’ha in iroko con il fondo in larice, non mi ricordo come si chiamava il costruttore di San Feliciano, era un falegname-pescatore, adesso è morto, c’aveva un piccolo laboratorio, come una falegnameria”.

Nella foto sotto si può vedere lo stato della barca prima dell’ultima manutenzione.

Chiediamo a Gisberto se ha fatto il pescatore.

Il mi’ babbo faceva il pescatore, io a 18 anni sono andato a lavorare in fabbrica a Milano poi sono tornato a lavorare qui ma sempre in fabbrica. Il mi’ babbo faceva il pescatore e aveva una “bozza” proprio qui davanti, arrivava fin lassù e ci metteva i tofi.

Saliamo a bordo e lentamente usciamo dal canneto poi, a remi, prendiamo il largo.

Mentre rema, Gisberto ci dice che il colore rosso non è frutto di una scelta estetica o politica ma, più semplicemente, il rispetto di una tradizione di famiglia, iniziata quando si usava il minio (ossido di piombo) per proteggere le tavole dell’imbarcazione.

Gisberto nel corso degli anni si è dedicato con cura alla manutenzione della sua barca.

Qualche anno fa l’ho riportata a legno e mi sono anche fatto aiutare da un amico con la sabbiatrice, ho comprato dei prodotti per la nautica a Jesolo ma mai ho pensato di coprirla con la vetroresina.

Mentre ci parla continua instancabile a remare, ormai siamo arrivati vicino alla scesa della Punta.

Chiediamo a Gisberto dello specchio di poppa.

Il culaccio non era così, originariamente era in iroko poi quando l’ho sistemata l’iroko non ce l’avevo ed ho usato questo compensato che è meno resistente ma anche se marcisce non è poi un problema perché si fa presto a cambiarlo. Il culaccio deve reggere il motore, ci sono i due peducci dietro e i due in orizzontale sopra: i peducci sono tutti in olivo come i caviglioni.

Nella foto sotto si vede l’esterno dello specchio, il fondo e il rinforzo metallico sui lati.

Nella parte esterna dello specchio vi è una un’altra tavola che corre orizzontalmente per irrobustire il culaccio e rendere più forte la barca lì dove deve accogliere il motore.

Sulla barca avevo messo un motore di 7 cavalli e mezzo del Selva, ora vorrei comprarne uno nuovo ma non puoi più lasciarlo nella barca perché te lo rubano subito, anche se ci metti una catena in acciaio.

Nelle due foto che seguono si nota la becca particolarmente accentuata e il motivo che impreziosisce la tavola di prua.

Tempo fa, sempre a Passignano, avevamo visto un’altra barca costruita da Roberto Baldoni, quella che si trova nel cortile della rocca, le differenze tra le due barche sono evidenti e raccontano l’evoluzione della barca del Trasimeno, la becca (la prua) è molto alta e a punta nella barca di Gsiberto, in quella nella rocca è più bassa e troncata trasversalmente; la panca o tavola di poppa non è più presente nella barca rossa ed è sostituita da due mezzelune per rendere possibile l’inserimento del fuoribordo.

Tipo di imbarcazione barca
Proprietario Gisberto Pierella
Costruttore Roberto Baldoni
Lago Trasimeno
Località Passignano sul Trasimeno
Uso pesca
Anno di costruzione 1985
Materiali di costruzione dello scafo iroko per le sponde, larice per il fondo, compensato marino per lo specchio di poppa, olivo per i peducci e i caviglioni
Colore rosso
Lunghezza fuori tutto metri 6 circa
Peso 4 quintali circa
Larghezza della prua cm. 14
Larghezza al centro cm. 136
Larghezza del fondo al centro cm. 126
Larghezza della poppa cm. 106
Profondità tavola di poppa due mezzelune di cm. 36×36
Profondità seconda tavola di prua cm. 50 circa
Profondità seconda tavola di poppa cm. 24
Altezza a prua cm. 80 circa
Altezza al centro cm. 50 circa
Altezza specchio di poppa cm. 55 circa
Numero delle ordinate 4 coppie di peducci più 2 sullo specchio di poppa e 2 orizzontali nell’angolo sotto le mezzelune
Spessore delle ordinate tra cm. 5 (le esterne)e cm. 7 (le centrali)
Distanza tra le ordinate cm. 64 – 89
Materiale delle ordinate olivo
Numero dei dragoni (travese) 3 più 2 verticali
Materiale dei dragoni larice
Panca una mobile in larice
Manovre motore e remi in legno
Misure remi cm. 328 (braccio cm. 248 e pala cm. 120)
altro corredo della barca sassola e catena in acciaio

Un grazie ad Anna Pasquale e Augusto Caruso per il supporto durante le “esplorazioni” tra le scese di Passignano e a Giorgio Brusconi il cui contribuito è stato fondamentale per rilevare le misure dell’imbarcazione. Un grazie speciale a Gisberto Pierella per la disponibilità e il tempo che ci ha dedicato.



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