01 Ott I motori nelle barche tradizionali del lago di Bolsena
Torniamo al lago di Bolsena per occuparci dell’uso dei fuoribordo nelle barche tipiche e analizzare quei problemi che possono verificarsi quando si applica un motore a una barca tradizionale.
Un primo problema. Al lago di Bolsena l’usciòlo (lo specchio di poppa) viene utilizzato per gettare e tirare le reti, è quindi importante che la culata (la poppa) resti libera perché è qui che si svolge gran parte del lavoro del pescatore.
Una soluzione, forse la più semplice e con il minor impatto, consiste nell’applicate un brachet rimovibile alla talena (la trave in ferro che chiude lo specchio), lo abbiamo già visto nell’imbarcazione della signora Derna e si può ben osservare nelle foto sotto.
Come ci hanno fatto notare a Marta, attualmente optano per questa soluzione quasi esclusivamente coloro che utilizzano la barca per la pesca sportiva e non hanno a che fare con le reti. In precedenza il brachet veniva usato anche dai pescatori professionisti ma solo con motori “leggeri” di piccola cilindrata che, se necessario, venivano spostati su un lato della talena.
La seconda soluzione, quella che attualmente riscuote più successo, consiste nell’inserimento del motore al centro della barca. Può apparire come un paradosso ma al lago di Bolsena hanno trovato il modo di usare il fuoribordo come entrobordo in quella che sembra una rudimentale versione del sail drive.
Si tratta di uno speciale vano motore: una scatola-gavone aperta sul fondo che somiglia a una enorme scassa per deriva mobile. Nelle foto sotto si vede il vano (senza il motore) con il segno lasciato dall’acqua.
Il motore vine fissato nella parte anteriore del vano e manovrato con i comandi generalmente nella zona di poppa.
Ma un problema ulteriore si presenta quando le barche vengono tirate in secca con l’argano, come al villaggio dei pescatori di Marta.
Alcuni per sollevare il motore usano il trim: questa scelta presuppone un vano sufficentemente lungo, come si può osservare nelle due foto sopra (il piccolo sportello serve a ridurre gli schizzi).
Altri sollevano il motore verticalmente, aiutandosi con un sistema di pistoni; in questo caso il vano ha dimensioni più ridotte con indubbi vantaggi sulla produzione di schizzi e sull’assetto di navigazione.
Nel passato. Circa trenta anni fa vi furono i primi tentativi di motorizzazione delle barche tradizionali di Bolsena.
Vennero utilizzati piccoli motori di derivazione agricola, come quelli delle motozzappe e o quelli dei “trattorini”. Erano installati come entrobordo sul piano di calpestio della barca; si utilizzava una rudimentale linea d’asse mobile a giunti cardanici che, quando la barca veniva spiaggiata, poteva essere sollevata all’interno di una nicchia ricavata sul fondo.
[E. F.]