01 Apr No al prosciugamento del lago! No alle colture intensive di kiwi, tabacco e fagioli rampicanti argentini!
Il 1° aprile 1990 a Castiglione del Lago comparvero due tavolini per la raccolta firme: il primo di fronte alla Dinette e il secondo al Lido Comunale. C’erano cartelli, manifesti, volantini e una petizione per scongiurare la trasformazione del Trasimeno in una piantagione di tabacco, kiwi e fagioli rampicanti argentini.
Il testo dell’appello
Cittadini, benpensanti, santi del cielo e semplici turisti. Tutti! Aiutateci! Entro il prossimo anno le autorità legittime vogliono prosciugare o quantomeno ridurre ad una pozza di poche centinaia di metri quadri d’acqua il lago Trasimeno. Al suo posto sorgeranno (dicono le autorità) piantagioni di kiwi, tabacco, fagiolo rampicante argentino. Ciò nell’ordine del nuovo programma di reinserimento agricolo sviluppo nuove colture appoggiato dal governo in maniera sfacciata.
È uno scandalo, una vergogna, la scusa infame è che il lago sta morendo, causa la scarsità di piogge, il quasi inesistente rifornimento dei canali artificiali e un’alga microscopica batteriologicamente impura ad espansione muco-cellulare che uccide la vegetazione lacustre e i microrganismi presenti nell’acqua.
È falso, le sue acque poco profonde sono estremamente pescose e bagnano rive che si sviluppano per 45 km dove agricoltura e artigianato si integrano con lo sviluppo turistici, 45 km a disegnare la forma approssimativa di un cuore, il nostro cuore che cesserà di esistere come molti esponenti della avifauna acquatica lacustre così come i 200 pescatori che vivono traendo dal Trasimeno poco meno di 1/3 del pescato in acque dolci su tutto il territorio nazionale.
Questo lago battezzato dallo scontro del 217 a.c. tra romani e cartaginesi, questo lago con i suoi castelli e borghi fortificati sulle colline coperte di viti e olivi non esisterà più.
Nascerà un museo dove verranno conservati gli antichi attrezzi da pesca, le famose barche dei pescatori, addirittura un battello il “Perugia” e tante foto che ce lo ricorderanno con infinita malinconia.
Un vecchio pescatore ha detto: “ricordo molto tempo fa la malaria che imperversava sulle sue sponde l’uomo ha vinto, oggi un’altra battaglia in suo nome dovrà essere combattuta affinché ciò che è stato e ciò che noi vediamo in tutto il suo splendore oggi non cessi mai i esistere”.
Aiutaci anche tu firmando questa petizione con un tuo pensiero!
Comitato per la difesa dell’ambiente, Lega ambientalisti C. Lago.
Per informazioni 075 95§§§§.
Il testo del volantino
FF FISH FUND – SALVIAMO IL LAGO TRASIMENO
No al prosciugamento sistematico ed indiscriminato del lago. No alle colture intensive di kiwi, tabacco e fagioli rampicanti argentini che andrebbero a sostituire questo paesaggio incantevole.
Contribuisci anche tu firmando questa petizione nei punti di raccolta lungo il lago.
Il comitato promotore
Nella foto che segue alcuni compenenti del comitato promotore della petizione-beffa.
Prima fila: Carmine Raguseo; Maurizio De Ponti; Maurizio Lissi; Paolo Vetralla.
Seconda fila: Andrea Pagnotta (voltato); Marco Chionne; non identificato; Giorgio Brusconi.
Terza fila: Gianni Sacchi; Valerio Baldi; Gianluca Carlocelli (?).
Quarta fila: Giancarlo Valentini; Stefano Brugi; Paolo Pepi.
Un clamoroso pesce d’aprile del… «Fish Found»
«Il lago diventerà un campo di fagioli» E la gente firma per evitare lo scempio
L’ottima riuscita dello scherzo testimonia non solo la sensibilità ecologica della gente, ma anche la sfiducia verso la classe politica
G. R. per “La Nazione”, 2 aprile 1990
Castiglione del Lago. Ci son cascati quasi in trecento. In nome dell’esigenza di salvare il lago dalla «stolidità della classe politica».
Al «pesce d’Aprile», organizzato da un gruppo di amici castiglionesi, hanno «abboccato», con generosa sollecitudine, molte persone che evidentemente si ritengono pronte ad impegnarsi per le sorti del Trasimeno. Magari semplicemente con un’adesione autografa.
E proprio la loro adesione sentimentale alla bellezza naturale lacustre le ha indotte a partecipare ad una «campagna di salvataggio» che, in effetti, non aveva alcun motivo di essere attivata. Le cose sono andate così: approfittando del fatto che il 1° Aprile coincideva quest’anno con il lunedì dell’Angelo, cioè con un giorno di massicce escursioni, alcuni buontemponi hanno pensato di allestire sulle sponde del lago, a Castiglione, un tavolino per la raccolta di firme «contro il prosciugamento del Trasimeno che i politici vogliono trasformare in immensa piantagione di fagioli e kiwi».
Un appello molto vibrante e capace – è facile intuirlo – di raggiungere la comune sensibilità. Il riscontro è stato rapido ed efficace. Ed ha avuto il senso di una vera e propria testimonianza di reazioni e stati d’animo. Sono passati in tanti, naturalmente, dinanzi a quell’accorato messaggio sottoscritto per primo, si noti, nientemeno che dal «Fish found», …fondo per la difesa del pesce.
Molti hanno colto al volo le angosce del «Fish found» e si sono subito schierati dalla parte dei pesci. Una firma dopo l’altra si è quasi arrivati, prima del tramonto, a quota trecento. Un consenso vasto e significativo. Un moto spontaneo di tutela del lago che rivela una apprezzabile sensibilità ecologica.
Comunque in quest’adesione contro l’attentato al Trasimeno c’è anche l’immagine, assai eloquente, della so-stanziale sfiducia che la gente nutre verso i politici. I visitatori pasquali di Castiglion del Lago, in effetti, non hanno esitato un istante ad accettare la versione del «Fish found»: hanno creduto al cento per cento che ci fossero politici pronti a prosciugare una delle più belle distese d’acqua d’Italia per far posto alla coltivazione di fagioli e kiwi.
E questo fatto la dice lunga, ancora una volta, sul rapporto psicologico tra il Paese reale e quello legale. Il primo è pronto a credere che il secondo possa commettere, in nome di qualche interesse, le più solenni sciochezze. E naturalmente è anche sollecito nel firmargli… contro. (G.R.)
[Grazie a Maurizio De Ponti e Andrea Pagnotta per aver conservato ricordi e materiali]