Una barca carica di ricordi

Una barca carica di ricordi

Chi sono i personaggi vestiti a festa ritratti a bordo della barca? Il più piccolo è Alessandro Massinelli, detto Sandro, nato nel 1930. Tutti gli altri sono suoi parenti stretti: i Massinelli e i Sepiacci.

Queste informazioni, come la splendida foto qui sotto, le abbiamo avute da Francesco, il figlio di Sandro.

Sempre Francesco ci elenca gli occupanti:

Si distinguono, a partire da sinistra: Fernanda Sepiacci (detta Nanda); Alessandro Massinelli (il bimbo); Laura Sepiacci (nata nel 1910, madre di Alessandro e sorella maggiore di Nanda); Telesforo Sepiacci (detto Ugo, che ora abita a Cividale del Friuli) e Giovanni Massinelli (marito di Laura e padre di Alessandro detto Sandro) in cravatta e camicia bianca.

La foto fu scattata tra le due guerre, nel 1932, quasi certamente a Castiglione del Lago in un giorno di festa.

In una seconda foto, molto simile ma con l’inquadratura leggermente spostata, cambia la disposizione e le persone a bordo.

Lasciamola descrivere a Francesco.

Nella seconda si vede Fernanda Sepiacci (Nanda) con il fidanzato Alberto Livio (era un aviatore di origini siciliane); Alessandro Massinelli detto Sandro; Laura Sepiacci e Telesforo Sepiacci che da bravo balilla saluta sull’attenti: Telesforo era un asso della squadra di nuoto fascista e fu portato a disputare delle gare a Bologna; classe 1920. Dalle due foto si capisce che non c’erano altre persone con loro ed è ipotizzabile che Livio fosse il proprietario della macchina fotografica e che abbia regalato ai miei nonni le due foto.

Queste due foto sono particolarmente significative, ci riportano a un mondo ormai scomparso in cui il lago e le barche erano centrali nella vita della comunità.

Non possiamo non notare alcuni dettagli della barca in legno.

Telesforo è a cavalcioni sulla panca di poppa che è integra e collega le due sponde, si nota un leggero dente che sporge verso l’esterno. Con l’arrivo del motore fuoribordo la tavola del culaccio è scomparsa, sotituita da due elementi in legno dalla forma triangolare.

In alcune barche lo specchio di poppa, il culaccio, veniva fissato alle sponde con incastri a mezzo dente tipici dei lavori di falegnameria; anche se l’immagine non è troppo chiara, sembra di vedere gli incastri anche nelle foto qui sopra.

Si notano le venature del legno, non è stata usata una vernice protettiva ma sicuramente il fondo fu imbevuto di catramina, e poi cosparso con del catrame più denso. 

Sui lati si notano le cuciture con grappe di ferro che tengono insieme le tavole delle sponde; tecnica costruttiva di cui ci parlò Ermanno Gambini.

Verso prua vi è la panca mobile in legno usata per far sedere i paseggeri.

Le due foto sono state scattate in un’epoca precedente all’introduzione del motore fuoribordo. La becca, la prua, era più bassa e terminava tronca, a capitino, come nelle barche dei laghi di Chiusi e Montepulciano.

Come è fatto il capitino si vede meglio nella foto che segue (scattata da Girolamo Tilli intorno agli anni ’10 del secolo scorso).

Nell’immagine che segue si vede la barca al museo di Passignano, costruita da Lanfranco Faluomi con Roberto Baldoni e Gino Schippa, in questo caso la becca non si solleva affatto e la forma è nel complesso appiattita.



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